lunedì 18 giugno 2012

Team building parte I

Per storia e cultura nelle aziende italiane si fatica a lavorare in gruppo.
Tutti quelli che lavorano in azienda lo sanno: poca fiducia, conflittualità elevata, scarsa assunzione di responsabilità individuale, obiettivi non chiari e quasi mai raggiunti rendono arduo il lavoro di gruppo. Ma tutti sanno che oggi bisogna lavorare in gruppo e che un gruppo affiatato è una straordinaria risorsa.
Un gruppo con problemi interni può, attraverso il giusto percorso formativo, imparare un nuovo modo di comunicare e di gestire i conflitti.
Il processo è noto col nome di "team building", letteralmente "costruzione della squadra".






Perché il team building funzioni sono necessarie alcune condizioni:
1) che tutti i livelli gerarchici, anche quelli elevati, siano concordi sul programma e      sugli obiettivi;
2) che il responsabile del gruppo (il leader) partecipi al percorso formativo come ogni altro membro;
3) che si prevedano e si attuino almeno due successivi incontri di verifica;
4) che il leader del gruppo accetti un percorso individuale di sostegno e guida (coaching) ad integrazione del lavoro;
5) che gli incontri formativi siano residenziali e lontano dall’azienda.

 La prima condizione prevede che tutti i top-manager siano davvero convinti che il gruppo sia una forza aziendale e lo esprimano esplicitamente col proprio comportamento. E' importante notare che le relazioni in un gruppo si sviluppano sia tra le persone che con il leader e i problemi possono risiedere in qualunque punto o snodo. Ecco perché è davvero indispensabile la presenza e la partecipazione del leader.

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