venerdì 31 marzo 2017

Umorismo a Milano



Terrò un corso sull’Umorismo a Milano il 13/14/15 ottobre. 


Sono aperte le preiscrizioni! Chi viene?


venerdì 24 marzo 2017

Riflessioni sul coach: ultima parte

La relazione tra coach e coachee è essenziale per un percorso efficace. Riprendendo l’analogia con lo sport, infatti, il clima tra un allenatore e lo sportivo dovrebbe essere di fiducia e di rispetto reciproco. Il coachee dovrebbe sentirsi in una situazione di estremo agio parlando di sé e di tutto ciò che desidera. Se il coach si accorge che il suo cliente sta cercando la sua approvazione o è in difficoltà perché pensa di essere giudicato deve immediatamente mettere in atto comportamenti diversi per superare questi ostacoli relazionali. Il cliente deve sentire di poter confidare anche elementi intimi e di avere la libertà di, eventualmente, esprimere disaccordo sempre all’interno della relazione.

È dentro e attraverso la relazione, insomma, che si potranno costruire risultati di successo. La responsabilità, inoltre, è del coach che ogni volta dovrà porsi domande sul livello della relazione e guardare il coachee cercando di cambiare spesso punto di vista.


I vantaggi del coach sono molteplici. L’attore principale è il coachee, che mette in atto risorse e atteggiamenti personali, facendo così leva sulle sue motivazioni personali. E’ un metodo che porta verso la riflessione, il cambiamento e la capacità di apprendere da sé, infatti è un percorso fortemente connesso al contesto reale del coachee.

venerdì 10 marzo 2017

Riflessioni sul coach: parte terza

Dopo aver iniziato a trattare il mondo del coach oggi perseguiamo con ulteriori riflessioni.
Il committente è colui che dà l’incarico e paga il percorso e, ovviamente, può essere la persona stessa e in questo caso non ci sono problemi di interferenze.

Nel mondo aziendale, però, spesso il percorso di coaching è proposto dall’azienda. In questo caso un primo incontro dovrebbe essere tra il responsabile del personale e il superiore del coachee per definire gli obiettivi del percorso. Il coach dovrà immediatamente chiarire che non ci possono essere interferenze da parte dell’azienda, infatti deve essere evitato qualsiasi sospetto di controllo. Il coach dovrebbe essere un consulente esterno proprio per evitare questi rischi di interferenze.


Un buon coach dovrebbe, a mio parere, aver lavorato su sé stesso, aver raggiunto un buon livello di consapevolezza di ciò che attua all’interno della relazione. Deve essere in grado di riconoscere le proprie emozioni e le proprie reazioni in determinate situazioni. A mio parere, infatti, non è sufficiente seguire una scuola di coaching, ma occorrerebbe intraprendere anche un percorso personale e, successivamente, una supervisione.

venerdì 3 marzo 2017

Perdere


«Non si può decidere come e quando perdere, 
però si può decidere come reagire per vincere la prossima volta» 
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